N° 69

                                                                                                           

GUERRA E PACE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

Solo i morti hanno visto la fine della guerra.

George Santayana

 

            Parnell Jacobs conosce bene la guerra: è stata il suo mestiere per anni, prima come ufficiale dei Marines che ha operato al servizio del suo paese poi come mercenario al servizio del miglior offerente in molte zone calde del Mondo ed infine come contrabbandiere d’armi in quelle stesse zone senza curarsi troppo dei torti e delle ragioni ma solo del compenso.

            Sì, Parnell Jacobs conosce bene la guerra al punto da esserne rimasto disgustato ed aver promesso a sua moglie di tenersene alla larga, ma al tempo stesso ne è affascinato e solo l’amore per sua moglie è riuscito davvero a tenercelo fuori. E ora eccolo qui: in un lembo dimenticato di Africa centrale, rivestito da una misteriosa armatura aliena denominata Warwear, a combattere una guerra non sua, in una terra lontana da quella in cui è nato, ma da cui potrebbero provenire i suoi antenati per quanto ne sa. Continua a dirsi che lo sta facendo per la vita di Glenda ma come negare l’adrenalina, la gioia selvaggia del potersi scatenare senza remore contro un nemico i cui superpoteri lo rendono in grado di sopportare la piena potenza della sua armatura?

            Mentre colpisce ripetutamente il suo avversario Warwear deve ammettere con se stesso che si sta divertendo… e la cosa lo terrorizza.

 

            Sdraiata in bikini sul ponte dello Yacht in navigazione nei Caraibi, Pepper Potts osserva Tony Stark, in perfetta tenuta da yachtsman, venire verso di lei impugnando due bicchieri che contengono drink rigorosamente analcolici.

            Lui si inginocchia al suo fianco e le porge un bicchiere.

-Felice?- le chiede.

-Abbastanza…- risponde lei con un sorriso -… anche se, visti i precedenti, ogni tanto mi capita di chiedermi quando ci attaccherà qualche supercriminale.

-Stavolta non accadrà.- risponde Tony -Stavolta nulla turberà la nostra vacanza. Ci prenderemo tutto il tempo che vogliamo e se ci saranno dei guai, ci penserà qualcun altro.-

            Mentre lo bacia, Pepper non può che sperare che questa volta sia vero.

 

            Attraverso le telecamere incorporate nei costumi dei componenti della Squadra della Morte il Conte Nefaria osserva le fasi del loro scontro con Iron Man a Ventimiglia.

-Tu sapevi che sarebbe saltato fuori Iron Man, non è vero Luchino?- gli chiede la bionda Pavane, vestita, per così dire, come suo solito, di un bikini di pelle nera e lunghi stivali.

-Diciamo che lo sospettavo.- risponde Nefaria -O’Brien non è un comune ex poliziotto: per molto tempo è stato il capo dei Guardiani, i secondini in armatura della Volta.[1] Le probabilità che mandandolo qui Stark gli avesse fornito un’armatura che lui sa benissimo come usare erano molto alte.-

            Naturalmente tutta la verità è che Nefaria sa benissimo che Tony Stark è l’originale Iron Man e che Mike O’Brien è uno dei membri della squadra di Iron Men che ha recentemente messo assieme, ma Pavane non ha bisogno di saperlo. La conoscenza è potere, ma se è condivisa con troppe persone cessa di esserlo.

-Per questo volevi che fosse separato dalla sua valigetta.- insiste Pavane.

-Sarebbe stato più facile se non avesse avuto accesso all’armatura ma ormai è andata così.-

-Quindi hai rinunciato a prenderlo vivo?-

-Non ho molta scelta direi… ma la donna è un altro discorso. La voglio viva: se è davvero un’agente dello S.H.I.E.L.D. come sospetto, può dirci molte cose… se riusciamo a farla parlare.-

-Di quello mi occuperò volentieri io personalmente.- afferma Pavane facendo scioccare la sua frusta.

 

 

2.

 

 

Se vuoi la pace prepara la guerra.

Vegezio

 

            A volte… ma solo a volte… Jim Rhodes, ora nei panni metallici di War Machine, si rammarica che il movimento di liberazione della donna abbia raggiunto u bel po’ di traguardi. Non che rimpianga i tempi in cui si riteneva che il posto naturale di una donna fosse la cucina, ma almeno quelli in cui non si vestivano di armature leggere per sparare missili addosso alla gente. Nel caso specifico si riferisce a Harrier, l’unica donna tra i Supremazisti, che l’ha appena fatto cadere al suolo ed ora lo bersaglia di proiettili. Gli costa un certo sforzo ma alla fine riesce a rimettersi in piedi.

<<Adesso basta!>> dice alla sua avversaria mentre avanza verso di lei <<Pensi di essere alla mia altezza? Beh… ti sbagli.>>

            War Machine continua ad avanzare nonostante le scariche di energia che Harrier continua a lanciargli addosso.

-Cadi, maledetto! Perché non cadi?-

<<Forse sono troppo stupido o forse le tue armi non sono abbastanza forti per la mia armatura. Dovrai migliorarti… se ne avrai mai l‘occasione.>>

            Le afferra i polsi frantumando i congegni di sparo. La ragazza urla.

<<Ti avevo detto che non eri pronta per questo gioco, ricordi?>>

                Improvvisamente la sua armatura è avvolta dalle fiamme.

 

            Judith Klemmer osserva l’esplosione nei cieli di Ventimiglia e per la prima volta da tanto tempo si ritrova a pregare, sperando che Mike O’Brien se la sia cavata. Da quel che ne sa l’armatura di Iron Man è abbastanza forte da resistere ad un’esplosione simile. Da qualche parte deve aver letto o sentito che ne ha addirittura superato una nucleare ma forse era un’esagerazione e…

-Bene, bene… guarda chi abbiamo qui.-

            Judith si volta di scatto maledicendosi per essersi distratta ed aver permesso al resto della Squadra della Morte di sorprenderla.

            Il capo della squadra, che si fa chiamare Firefight, le sta puntando alla nuca il fucile che ha innestato sul braccio destro.

-Sei fortunata che ci hanno ordinato di prenderti viva o a quest’ora ti avrei già fatto saltare la testa.-

-Davvero?- replica Judith -Non avresti dovuto dirmelo.-

            Con una mossa improvvisa gli sferra un calcio all’inguine e, mentre Firefight si piega per il dolore, scatta in una corsa a zig zag

-Prendiamola- urla la donna che si fa chiamare Cortina.

            Che ci riusciate o meno, pensa Judith ve la dovrete sudare.

 

            A New York, nella sede della Stark-Fujikawa, Sunset Bain assapora il suo nuovo potere: finché Morgan Stark e Rumiko Fujikawa sono in Giappone, sta a lei la gestione ordinaria della società. Dovrebbe essere sempre così, pensa sorridendo. Comunque non può lamentarsi: Morgan le ha già concesso il pieno controllo del settore scienza e tecnologia, il cuore delle attività della multinazionale, almeno finché produrrà risultati e l’unico modo per assicurarsi che continui così è che Morgan vinca la battaglia per la successione al vecchio Fujikawa. Non ha scelta: deve aiutarlo con ogni mezzo possibile.

            Si volge verso la sua assistente, che nel chiuso dell’ufficio ha ripreso il suo vero aspetto: quello di una donna attraente con una sfera color rosso rubino al posto della testa.

-Come stanno andando i nostri progetti?- le chiede.

-A meraviglia.- risponde Ruby Thursday -Il solo problema è che il nostro amico sta diventando sempre più impaziente. Presto non saremo più in grado di tenere sotto controllo la sua ossessione di distruggere Tony Stark.-

-Presto non sarà più necessario tenerla sotto controllo e il nostro amico, come lo chiami tu, sarà libero di scatenarsi come vorrà. Il caro Tony e la sua bambola dai capelli rossi avranno un’amara sorpresa vedrai.-

 

 

3.

 

 

La guerra è Inferno.

William Tecumseh Sherman

 

            Il boom sonico lo ha lasciato stordito per un attimo ma sembra aver avuto lo stesso effetto sul Vendicatore Bianco per fortuna.

            Senza esitare Warwear spara i suoi mini droni da alcuni dei quali escono cavi sottili ma robustissimi che imprigionano il suo avversario mentre da altri vengono sparati raggi di energia che lo colpiscono senza dargli tregua.

-Questi… non mi fermeranno.- proclama il suo avversario liberandosi dai cavi mentre altri lo avvolgono -Ti farò a pezzi.-

<<Provaci.>> lo sfida Warwear <<Vedremo chi farà a pezzi chi.>>

            Richiama i suoi droni e resta fermo mentre il Vendicatore Bianco si libera per poi sollevarsi dal suolo e precipitarsi verso di lui.

            Il colpo ricevuto è forte e Parnell Jacobs vacilla ma resta in piedi.

<<Hai fallito.>> ribatte <<Ora tocca a me.>>

            Dalle sue spalle emergono dei cannoncini i cui proiettili colpiscono in pieno il Vendicatore Bianco sbattendolo a terra, poi, prima che si rialzi, Warwear gli è addosso.

-Tu non puoi…- biascica il suo avversario.

<<Posso… e lo faccio con gioia.>> replica Warwear mentre mette nel pugno che gli sferra tutta la forza di cui dispone.

 

            Philip Grant e Ling McPherson restano muti assaporando le parole di Bethany Cabe:

-Ho scoperto chi vuole morto il tuo ragazzo.-

-Non è il mio… oh lascia stare.- replica la ragazza cinoamericana -Non perdiamo tempo in preamboli: dicci chi è.-

            Beth fa un sorrisetto e ribatte:

-Avete mai sentito parlare dello Straniero?-

 

            La prima sensazione di James Rhodes è panico ed è comprensibile… come il fatto che il calore sia assorbito dalla sua armatura senza essere minimamente percepito all’interno e rapidamente convertito in energia aggiuntiva.

            War Machine si volta verso il nuovo avversario il cui nome è Capitan Blaze e gli dice:

<<Bel tentativo… ma come vedi non è riuscito e ora tocca a me.>>

            Dalla sua piastra pettorale esce un raggio… che è bloccato da una barriera invisibile. Rhodey è contento di aver fatto bene i suoi compiti e sa che il campo di forza in questione è stato creato dal tizio robusto che si fa chiamare Barricata, un nome appropriato. Sa anche che abbattere campi di forza simili è tutta questione di pressione ed è pronto a scommettere che quelli di Barricata non resistono alle esplosioni nucleari come quelli di Susan Richards. Tuttavia non ha né tempo né voglia di provarci quando esiste un metodo migliore.

            War Machine spicca il volo e quando sente di essere all’altezza giusta si precipita verso il basso sparando a più non posso.

            Barricata eleva uno scudo psionico che regge ai colpi almeno finché non è lo stesso War Machine a colpirlo a tutta velocita.

            Il rumore dell’impatto scuote il perimetro dell’azione. Alla fine uno solo dei contendenti si rialza in piedi: War Machine

<<Tre a zero per me.>> proclama.

 

 

4.

 

 

Non ci sono mai state una buona guerra o una cattiva pace.

Benjamin Franklin

 

            Lo Yacht naviga lento nelle acque dei Caraibi. Messosi il costume da bagno Tony Stark si sporge dal parapetto e contempla l’idea di una nuotata quando ode il suo cellulare squillare. Chi Diavolo può essere? Si chiede: aveva chiesto espressamente di non essere disturbato e a casa c’è chi è in grado di prendersi cura di serie emergenze sia al lavoro che come Iron Man. E se fosse accaduto qualcosa ai suoi figli? Cerca di scacciare quel pensiero ma non è facile.

            Il numero è criptato. Nulla di buono pensa Tony mentre schiaccia il tasto di risposta.

<<Mi riconosci Stark?>>

            Voce secca, tono sottilmente ironico, ottimo inglese con un inflessione chiara, forse troppo, della Cina Meridionale. Tony la riconosce immediatamente.

-Mandarino…- risponde con tono duro -… che vuoi stavolta?-

<<Solo ricordarti che tra noi non è ancora finita… e avvertirti che hai cinque minuti esatti da ora per abbandonare il tuo yacht prima che lo distrugga. Dovrebbero bastarti per scappare: non ti voglio morto troppo presto e in modo indolore.-

            La comunicazione si interrompe e Tony si concede solo un paio di secondi di incertezza prima di gridare:

-Tutti in acqua, presto… presto!-

            Senza esitare afferra Pepper per un polso e salta oltre il parapetto. Ha appena il tempo di sentire Pepper che grida…

-Tony… cosa sta…?-

            … che le acque si chiudono su di loro. Prima ancora che possano risalire si ode un rombo e le acque diventano innaturalmente più calde.

            Con una certa fatica Tony e Pepper riguadagnano la superficie e si accorgono che al posto dello yacht ora c’è una nuvola di vapore che sale verso il cielo.

-Mio Dio!- Esclama Pepper –Cos’è successo?-

            Tony freme di rabbia mentre il suo pensiero va ai membri dell’equipaggio che non ce l’hanno fatta a fuggire. La sua voce è dura mentre risponde:

-Il Mandarino mi ha appena dichiarato guerra.-

 

            C’è una calma innaturale nell’aria mentre le truppe del Mgangawi entrano in quella che era l’ultima roccaforte del potere bianco nella nazione africana di Rudyarda: la velleitaria Libera Repubblica di Kiplingia.

            Joshua N’Dingi ha un’aria soddisfatta mentre la sua vettura scoperta attraversa la strada principale della cittadella e si ferma davanti ad una palazzina di tre piani l’ormai ex residenza presidenziale.

            Si rivolge a Glenda Sandoval seduta al suo fianco e le dice:

-Sorrida dottoressa. Oggi è un giorno felice, dopotutto: la guerra civile è finalmente finita.-

            Glenda storce le labbra.

-E lei ha quel che voleva: la Rudyarda ai suoi piedi.-

-Questo paese cambierà presto nome e ne prenderà uno indigeno. Che ne pensa di Mutapa?-

            Nessuna risposta. L’uomo chiamato Dottor Crocodile scuote la testa poi scende dalla camionetta ed entra nella palazzina seguito da una riluttante Glenda e da due ibridi umano animale, Pantera e Leonessa, che la scortano.

            Raggiungono un ampio ufficio dove War Machine e Warwear li stanno già aspettando.

-Ah… amici...- li saluta N’Dingi -… è davvero un piacere avervi al mio fianco in quest’ora di vittoria.-

<<Meno chiacchiere, Crocodile.>> taglia corto Parnell Jacobs <<Ora che ti abbiamo aiutato a vincere questa sporca guerra, libera Glenda e dalle l’antidoto definitivo.>>

-Non c’è nessun antidoto… perché non c’è mai stato un veleno.- interviene Glenda -Me l’ha confessato stamattina confermando i miei sospetti.-

<<Non so chi mi trattenga dal farti saltare la testa “Dottore”>> afferma Jim Rhodes.

-Sarebbe indegno di lei, colonnello.- ribatte tranquillo N’Dingi -Uccidere un avversario che non la sta nemmeno minacciando non è nella sua natura. Il suo amico, forse, lo farebbe, ma perché dovrebbe? Avevate messo in conto che bluffassi e farmi del male non vi servirebbe a molto a questo punto.>

<<Mi darebbe un’immensa soddisfazione.>> replica War Machine <<Ma ha ragione: non ne vale la pena.>>

<<Ben detto socio.>> interviene Warwear <<Su, Glenda: andiamocene da qui.>>

         Da fuori giunge l’eco di colpi di fucile.

<<Che sta succedendo?>> chiede War Machine <<Credevo che la battaglia fosse finita… aspetta… i tuoi uomini stanno ammazzando i soldati che si sono arresi, non è vero?>>

-E se anche fosse?- ribatte il Dottor Crocodile -Sono nemici, perché dovrei curarmi della loro sorte?-

<<Perché?>> anche col filtro elettronico la voce di James Rupert Rhodes è chiaramente carica di collera <<Se non lo capisci, non perderò tempo a spiegartelo, bastardo.>>

            La mano destra di War Machine si solleva con il palmo rivolto verso Joshua N’Dingi e comincia a crepitare di energia.

<<Se volevi darmi un pretesto per ammazzarti, me ne hai appena fornito uno.>> dice War Machine <<Richiama i tuoi uomini o ti giuro che di te non rimarrà abbastanza per una sepoltura decente.>>

            E pochi nella stanza dubitano che stia bluffando.

 

            Nel soggiorno di un piccolo appartamento di Queens è Philip Grant a rompere per primo il silenzio seguito alle parole di Bethany Cabe:

-Suppongo che tu non alluda al gruppo rock britannico,[2] dico bene?-

            Prima che Beth possa rispondere, è Ling ad intervenire:

-Lo Straniero, vero nome sconosciuto, è a capo di una consorteria nota come Club dei 1400 specializzata in assassini su commissione ma non si sono mai trovate prove incriminanti di questa attività. Si dice che abbia abilità superumane ma neanche questo ci sono prove. Tra i pochi che lo hanno visto da vicino qualcuno dice che assomigli a Dean Martin, altri a Patrick McGoohan.-

-Chi?- esclama Philip.

            Ling gli lancia un’occhiataccia e prosegue:

-Per non si sa quanto tempo ha impersonato il Tenente Kris Keating della Polizia di New York dopo averlo ucciso. Si dice anche che sia stato sposato con Silver Sable.-

-Un sacco di: “Si dice”.- puntualizza Philip.

-È… è un uomo molto elusivo.- spiega Beth -Pare che sia stato avvistato di recente a Montecarlo[3] ma anche questo…-

-… non è confermato dico bene?- conclude il Corvo -Ma perché quest’uomo dovrebbe volermi morto? O meglio: chi lo paga?-

-Bella domanda.- ammette Beth -Con un po’ di fortuna saprò la risposta entro domani sera.-

-Vuoi aiuto?- le chiede la sua ex socia.

            Beth sogghigna mentre replica:

-Me la caverò benissimo da sola Ling. Tu bada al tuo amichetto piuttosto.-

 

 

5.

 

 

Non c'è pace senza giustizia

Papa Giovanni Paolo II

 

            Ventimiglia, Italia. Mike O’Brien è un po’ scosso. L’armatura di Iron Man ha assorbito la forza dell’esplosione ma il contraccolpo lo ha scagliato lontano e gli ci è voluto un po’ per riprendersi. Ora, però, punta dritto verso i suoi avversari.

Il microfono direzionale gli ha permesso di sapere che la Squadra della Morte ha l’ordine di catturare Judith viva e forse questo può tornare a suo vantaggio. Attiva la modalità stealth rendendosi invisibile.

-Judith mi senti?-

            La voce risuona forte e chiara nel micro auricolare di Judith Klemmer.

-Mike… sei vivo.- risponde.

<<Ma loro non devono saperlo.>> replica lui <<Vorrei che ti facessi catturare.>>

-Cosa?-

<<Nefaria ti vuole viva, sicuramente per interrogarti. In questo modo scopriremo il suo covo segreto.>>

-Perché tocca a me la parte della preda?-

<<Perché sei in gamba.>>

-Io…-

            Prima che la donna possa replicare, una granata flash-bang le esplode davanti stordendola e poi delle bolas le agganciano le caviglie facendola cadere.

            La donna chiamata Cortina ed i suoi compagni la circondano rapidamente.

-La corsa è finita.- dice, soddisfatta, Cortina.

 

            Rudyarda, Africa. Il Dottor Crocodile fa una smorfia che forse vorrebbe essere un sorriso e replica:

-Non c’è bisogno di essere così drastici, colonnello. Neanche io amo gli spargimenti di sangue ingiustificati.- attiva un comunicatore al polso sinistro e scandisce bene le parole -Qui è il Presidente N’Dingi. Cessate il fuoco. Nessun prigioniero… ripeto: nessun prigioniero… deve essere ucciso.-  si volge alla leonessa umanoide -Tu… assicurati che eseguano gli ordini.-

-Io… sì signore.-

            Mentre la mutata abbandona la stanza N’Dingi si rivolge ancora a War Machine:

-Soddisfatto, ora colonnello?-

<<Smettila di chiamarmi colonnello.>> ribatte Rhodey <<Non sono più  un militare e detesto le guerre.>>

-Affermazione curiosa da pare di uno che si fa chiamare Macchina da Guerra. Se ci crede davvero, forse dovrebbe cambiare nome. Che ne pensa di Iron Man 2.0 o magari sarebbe più appropriato Iron Patriot? In questo caso certamente dovrebbe cambiare i suoi colori.-

<<Ho proprio voglia di farti saltare i denti.>>

-E allora ci provi… colonnello. Se pensa che la sua armatura le dia un indebito vantaggio…- con un gesto rapido Crocodile si sbarazza della tunica restando in slip e rivelando in pieno il braccio e la gamba bionici -… le assicuro che per me non è affatto un problema.-

            E il suo occhio bionico comincia a brillare.

 

            Il giovane ufficiale della Guardia Costiera si rivolge a Tony Stark e Pepper Potts che stanno sorseggiando una bevanda calda:

-Temo che non ci siano altri superstiti a parte voi, signori.-

-No!- esclama Pepper.

-Quel bastardo.- è il commento di Tony.

-Non è stato un incidente a distruggere il vostro yacht, quindi…- chiede il giovane -… ma un atto deliberato?-

-Lo chiami come vuole tenente…- replica Pepper -… ma rimane un assassinio.-

-Mi crederebbe, tenente…- interviene Tony -… se le dicessi che un aspirante conquistatore del mondo cinese ha usato contro il mio yacht un raggio laser sparato da un satellite?-

            Il giovane riflette solo per un istante poi risponde:

-Non vedo perché non dovrei… in questi ultimi anni si sono viste cose molto più strane… anche qui in Florida. Questo tizio… perché voleva uccidervi?-

-Mi odia perché io… e la mia guardia del corpo Iron Man abbiamo ostacolato i suoi piani più di una volta.- risponde Tony.

-Il Mandarino… certo. Avrei dovuto capirlo quando ha detto che era cinese. Credevo fosse morto.-

-L’erba cattiva non muore mai purtroppo.- commenta Pepper.

            La navigazione trascorre tranquilla e non molto tempo dopo Tony e Pepper sono in una suite di un hotel di Miami.

-Riusciremo mai a fare una vacanza normale senza che qualcuno cerchi di ucciderci?- chiede Pepper.

-Ti prometto che accadrà.- risponde Tony.

            Prima che possa aggiungere altro si sente un discreto bussare alla porta. Tony va ad aprire la porta e si trova di fronte un fattorino.

-Hanno lasciato questa per lei con preghiera di consegnargliela subito.- gli dice porgendogli una busta.

            Tony si chiede appena chi può sapere dove alloggia: ha un cupo presentimento.

            Apre la busta e ne estrae dei fogli, un mezzo di comunicazione lento e quasi obsoleto con le nuove tecnologie. Li guarda ed esclama:

-Maledetto… maledetto bastardo!-

            I fogli gli sfuggono dalle mani come se scottassero. Pepper si china istintivamente a raccoglierli.

Uno è un semplice messaggio:

“Questo è solo l’inizio.”

            Sotto c’è una foto... quella di Kathy Finch la figlia di Tony, inquadrata da un mirino telescopico.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            In realtà c’è molto poco da dire:

1)     Lo Straniero (The Foreigner) è un personaggio ideato da Peter David e realizzato graficamente da Mark Beachum ed è apparso per la prima volta su Spectacular Spider Man #11 datato giugno 1986. Secondo il suo creatore doveva assomigliare all’attore Patrick McGoohan, noto soprattutto per esser stato l’interprete del serial britannico “Il Prigioniero”. Non tutti i disegnatori devono aver fatto un buon lavoro, però, se Marco Marcello Lupoi pensava che assomigliasse a Dean Martin. -_^

2)     Chi ha pagato lo Straniero per uccidere Philip Grant? Ed era davvero lui il bersaglio? Le risposte sono imminenti.

3)     Il Mutapa era un regno africano che occupava buona pare dei territori degli odierni stati di Zimbabwe e Mozambico. Crollò nel 1760. Joshua N’Dingi sa quel che dice proponendolo come nome della Rudyarda post apartheid

4)     La saga della guerra in Rudyarda avrà dei risvolti su Marvel Knights a partire dall’episodio #73. Dateci un’occhiata: potrebbero piacervi.

Nel prossimo episodio: la resa dei conti tra War Machine e il Dottor Crocodile, il Mandarino si avvicina, i sinistri piani di Sebastian Shaw e molto altro.

            Vi aspetto.

 

 

Carlo



[1] Il carcere federale di massima sicurezza per supercriminali situato in Colorado.

[2] Gioco di parole intraducibile visto che Foreigner è il nome dello Straniero in originale ma anche quello di un gruppo rock noto soprattutto per il singolo “I want to know what love is “.

[3] Su Destino MIT #3/4.